
“Regina del Sole, Regina della Luna,
Regina dei Corni, Regina dei Fuochi,
portaci il Figlio della promessa!
Il sole si leva di nuovo, illumina la terra, l’ acqua, accende i fuochi!
Questo è il compleanno del Sole,
io che son morto oggi sono di nuovo vivo.
Il sole bambino, il Re nato in Inverno”
Yule Solstizio D’Inverno 21- Dicembre
Yule è un Sabba minore e cade durante il Solstizio d’ Inverno. E’ il giorno più oscuro dell’ anno e viene in genere celebrato all’ alba, come corollario degli sforzi degli Dei. I popoli antichi celebravano Yule per far risorgere il sole e deriva dalla parola nordica -Yul, ruota.
Dolo il solstizio l’ oscurità cede però alla Luce e come tutti i momenti di passaggio Yule è carico di valenze simboliche. tre temi principali si intrecciano e sovrapponevano nelle antiche celebrazioni. Uno era la morte del Vecchio Dio e la nascita del Dio bambino, che rinasce dalla sua sorella, moglie e madre.
Mentre l’anno volge al termine, le notti si allungano e le ore di luce sono sempre più brevi, fino al giorno del Solstizio invernale, il 21 dicembre. II respiro della natura è sospeso, nell’attesa di una trasformazione, e il tempo stesso pare fermarsi. E’ uno dei momenti di passaggio dell’anno, forse il più drammatico e paradossale: l’oscurità regna sovrana, ma nel momento del suo trionfo cede alla luce che, lentamente, inizia a prevalere sulle brume invernali. Dopo il Solstizio, la notte più lunga dell’anno, le giornate ricominciano poco alla volta ad allungarsi. Come tutti i momenti di passaggio, Yule è un periodo carico di valenze simboliche e magiche, dominato da miti e simboli provenienti da un passato lontanissimo.
Altare di Yule

Presso i celti era in uso un rito in cui le donne attendevano, immerse nell’oscurità, l’arrivo della luce-candela portata dagli uomini con cui veniva acceso il fuoco, per poi festeggiare tutti insieme la luce intorno al fuoco. Yule, o Farlas, è insieme festa di morte, trasformazione e rinascita. Il Re Oscuro, il Vecchio Sole, muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce dall’utero della Dea: all’alba la Grande Madre Terra da alla luce il Sole Dio. La Dea è la vita dentro la morte, perché anche se ora la regina del gelo e dell’oscurità, mette al mondo il Figlio della Promessa, il Sole suo amante, che la rifeconderà riportando calore e luce al suo regno. Anche se i più freddi giorni dell’inverno ancora devono venire, sappiamo che con la rinascita del sole la primavera ritorna.
La pianta sacra del Solstizio d’Inverno è il, vischio pianta simbolo della vita in quanto le sue bacche bianche e traslucide somigliano allo sperma maschile. Il vischio, pianta sacra ai druidi, era considerata una pianta discesa dal cielo, figlia del fulmine, e quindi emanazione divina. Equiparato alla vita attraverso la sua somiglianza allo sperma, ed unito alla quercia, il sacro albero dell’eternità, questa pianta partecipa sia del simbolismo dell’eternità che di quello dell’istante, simbolo di rigenerazione ma anche di immortalità. Ancora oggi baciarsi sotto il vischio è un gesto propiziatorio di fortuna e la prima persona a entrare in casa dopo Farlas deve portare con se un ramo di vischio. Queste usanze solstiziali sono state trasferite al gennaio, il Capodanno dell’attuale calendario civile.
Albero Solstiziale

Una cosa piacevole sarebbe l’idromassaggio, una pratica rilassante e al tempo stesso simboleggiante le acque uterine da cui vogliamo rinascere per l’anno a venire. Purtroppo tutto congiura contro un salutare riposo solstiziale. Infatti questo periodo dell’anno, per l’accumularsi di celebrazioni, feste e acquisti di regali può portare a stress e ansia. La forzata allegria, la routine quotidiana, il consumismo esasperato, sono tutti elementi che possono condurre a sentimenti di depressione e isolamento. Sarà la minor quantità di luce solare, sarà l’essere costretti a mostrare un aspetto felice, ma questo è uno dei periodi dell’anno con il più alto picco di suicidi…
Tuttavia, se ricordiamo che questo tempo è quello in cui siamo più lontani dal sole e contemporaneamente anche consapevoli della sua rinascita, possiamo provare a trattenere questa piccola luce in noi. Il Solstizio può essere per noi un momento molto calmo e importante, in cui nella silenziosa e oscura profondità del nostro essere, noi contattiamo la scintilla del nuovo sole. Questa è anche una opportunità per gioire e abbandonarci a sentimenti di ottimismo e di speranza: come il sole risorge, anche noi possiamo uscire dalle tenebre invernali rigenerati.
Ciocco di Yule

Celebrazioni
Ci sono tanti modi per celebrare a livello spirituale questa festa: possiamo decorare la nostra casa con le piante di Farlas oppure fare un albero solstiziale Non un solito albero natalizio, bensì un albero decorato con tante piccole raffigurazioni del sole.
O ancora possiamo alzarci all’alba e salutare il nuovo sole. Si possono accendere candele o luci per rappresentare la nascita delle nostre speranze per il nuovo anno.
Possiamo anche compiere una celebrazione più rituale, con l’accensione del ciocco. Anche se non abbiamo un caminetto in casa possiamo accenderlo nel nostro giardino, o in un prato insieme ai nostri amici. Si prende un grosso pezzo di legno di quercia e lo si orna con rametti di varie piante: il tasso (a indicare la morte dell’anno calante), l’agrifoglio (l’anno calante stesso), l’edera (la pianta del dio solstiziale) e la betulla (l’albero delle nascite e dei nuovi inizi). Si legano i rametti al ciocco usando un nastro rosso, Una volta che il fuoco è acceso osserviamo le sue fiamme e meditiamo sulla rinascita della luce e sulla nostra rinascita interiore. Accogliamo le nostre speranze, i nostri sogni per il futuro e salutiamo questa luce dicendo: “Benvenuta, luce del nuovo sole!”. Brindiamo con vin brulè e consumiamo dolci, lasciando una parte del nostro festino per la Madre Terra. Più tardi le ceneri del ciocco potranno essere sparse nel nostro giardino o nei vasi delle piante che teniamo in casa per propiziare la salute e la fertilità della vegetazione.
Il ramo dei desideri

Un altro modo per celebrare Farlas è quello del ramo dei desideri, un rituale della tradizione celtica bretone. Nove giorni prima del Solstizio occorre procurarsi un ramo secco di buone dimensioni, pitturarlo con vernice dorata e appenderlo nell’anticamera della propria abitazione, con un pennarello e alcune strisce di carta rossa da tenere li vicino. Chiunque entri in casa se vuole, potrà scrivere un proprio desiderio su una striscia di carta, che verrà ripiegata per garantire la segretezza del desiderio e legata al ramo con un nastrino colorato. Quando nove giorni dopo si accende il fuoco del Solstizio (nel caminetto di casa o in un braciere nel giardino o nel campo) il ramo viene sistemato sulla legna da ardere e i desideri che sono appesi ad esso bruciando saliranno col fumo sempre più in alto, finche’ verranno accolti da entità celesti e chissà, forse esauditi. Per quanto riguarda il cibo, gli alimenti tradizionali sono le noci, la frutta come mele e pere, i dolci con il cumino dei prati, bagnati col sidro. Le bevande adatte sono il Wassil, il Lambswool, il tè di ibisco o di zenzero.
Erbe

Erbe: agrifoglio, vischio, edera, cedro, alloro, pino, ginepro, rosmarino. Le offerte agli Dei sono di mele, arance, noci moscate, e bastoncini di cannella da appendere all’ albero d Yule.
Candele di Yule

Olio eterico per vestire le candele di Yule
