Litha

“Salute a te Sole nel giorno del tuo trionfo”

Dal 21 al 24 giugno (Notte di S.Giovanni Battista)

Litha è la festività dell’antica religione, che coincide con il Solstizio d’Estate. Si dice di Litha come di un tempo fuori dal tempo, un momento in cui ogni cosa si capovolge.
L’universo è un reticolo di energie positive e negative che fluttuano in un tempo e in uno spazio “esterni” alla nostra esperienza. Secondo alcuni fisici, il tempo non rappresenta un flusso continuo, scandito in passato, presente e futuro; il tempo è, semplicemente. Le scienze antiche come l’astrologia e la magia affidavano ai sacerdoti il compito di interpretare il tempo attraverso alcuni segni rivelatori: le viscere degli animali sacrificati, il volo degli uccelli, l’allineamento dei pianeti, la luna, rappresentavano gli elementi forniti dall’universo per comprendere i messaggi inviati all’uomo.
Litha è il giorno più lungo dell’anno, quando cioè il Sole raggiunge il punto più alto rispetto all’orizzonte, determinando il trionfo della luce sulle tenebre. Per gli antichi, la festa di mezza estate rappresentava l’inizio di un nuovo periodo di vita e veniva celebrato con diversi festeggiamenti. Ancora oggi, l’attesa dell’alba del giorno più lungo dell’anno è propiziata con diverse iniziative. A Stonehenge, migliaia di persone accorrono ogni anno per festeggiare l’alba di Litha; inoltre, secondo alcune teorie, la disposizione delle pietre del sito archeologico rispetta i movimenti del sole. In questo giorno la magia raggiunge la sua più alta espressione: l’invisibile si rende visibile, assottigliando quella linea di demarcazione tra le diverse forze dell’universo. La magia di Litha è celebrata in una delle più famose opere letterarie: Sogno di una notte di mezza estate rappresenta l’intersezione tra mito, fiaba e realtà, in un movimento circolare e indistinto, oscillando tra verità profonde sul senso della vita ed eventi inspiegabili.

Altare di Litha

A Litha si celebra la fertilità: la Madre è pregna come la Terra del prossimo raccolto. Si raccolgono erbe e si lasciano essiccare per l’inverno, i sogni in questa notte sono presagi. Si dice che le fate possono essere visibili nella notte del solstizio, così come a Samhain gli spiriti vagano indisturbati su questa Terra. Osservare i Sabbat e compiere rituali è un modo per entrare in connessione con le divinità. Durante il solstizio d’estate gli amanti erano soliti stringersi le mani su un falò, mentre le fanciulle mettevano sotto al cuscino dei fiori per accogliere nei loro sogni l’amore.

La notte di San Giovanni

Litha è il momento in cui la magia è al massimo della sua potenza. Questa festa rappresenta il Sole in tutta la sua gloria, è la celebrazione della passione e l’assicurazione del successo del raccolto.
La magia d’amore e di guarigione è adatta a questo momento dell’anno. Qualsiasi pianta colta la notte di Litha è magicamente più efficace.
Nella notte di Litha infatti i Druidi raccolgono le piante magiche e le seccano per utilizzarle in inverno. Nella nostra tradizione essa corrisponde al 24 Giugno, la magica notte di San Giovanni, in cui si raccolgono l’Erba di San Giovanni (Iperico), il Vischio, il Sambuco, la Verbena e l’Artemisia e si accendono i falò per celebrare e rinforzare i raggi del sole estivo.
Una leggenda vuole che se si inciampa sulla radice di San Giovanni la notte di Litha, si viene magicamente trasportati nel regno delle fate.
L’Erba di San Giovanni presa in questi giorni può essere appesa sulla porta d’ingresso come protezione.

Acqua di S. Giovanni

Mazzetto di Erbe


La tradizione dice che il perfetto mazzetto di San Giovanni debba essere composto da sette erbe diverse a scelta (anche se in altre culture si parla di nove).
Sicuramente dovranno far parte di questo magico bouquet l’iperico (la famosa erba di San Giovanni, o detta anche scacciadiavoli) per togliere le malelingue e l’artemisia per la fertilità, successivamente si potranno aggiungere a scelta la ruta, la mentuccia, il rosmarino, il prezzemolo, l’aglio e la lavanda.
Esso dovrebbe scacciare il malocchio e, se messo sotto il proprio guanciale, dovrebbe anche portare a sogni premonitori.
Ma non è la sola credenza legata alla fioritura: si racconta anche che, scoccata la mezzanotte di questo magico giorno dell’anno, una felce fiorisca dinnanzi ad un fiume. Chi riuscirà a cogliere il suo singolare fiore acquisterà il potere di leggere il passato e il futuro.

La Rugiada


Per la cultura popolare, la rugiada che bagna fiori e prati nella Notte di San Giovanni acquista una particolare valenza: essa, come per il fuoco, avrebbe una grande energia purificatrice. Camminare in un campo pieno di rugiada o raccoglierla con un telo per poi berla, si dice allontani il malocchio e le malelingue.
Anche il mazzetto di San Giovanni, a bagno in un catino per l’intera notte del 23 giugno, si pensa porti fertilità e fortuna

Falo’


In Italia e anche nel resto dell’Europa, i riti riguardanti la notte di San Giovanni sono davvero molteplici e la maggior parte di essi comprendono la creazione di un falò.
Ma perché proprio il fuoco? La risposta scava a fondo nella base dell’esoterismo stesso: il fuoco, per le religioni pagane, significa rinascita e purificazione. Quella dei falò è quindi una tradizione antica, tramandata dai Fenici i quali pregavano il Dio Moloch, simbolo sia del Sole e sia delle Tenebre.
Durante il rito del fuoco si bruciano erbe e arbusti vecchi, ballando alla luce delle fiamme, per poi cospargere, successivamente, le ceneri rimaste fra i capelli. In molte città i falò sono stati sostituiti dai fuochi d’artificio, altri ancora preferiscono accendere una candela nella propria casa in solitudine.

La raccolta delle erbe

Mezza Estate (o Litha) è da sempre il momento migliore per la raccolta delle erbe medicinali, infatti durante Litha la Natura è nel massimo grado della sua attività e il Sole elargisce la sua potenza benefica sulla Terra.
Nel periodo del Solstizio d’Estate e dunque fra il 21 e il 25 Giugno, i confini fra i mondi si assottigliano per cui le erbe raccolte sono più potenti per non contare che la maggior parte di queste piante sono al massimo della fioritura oppure i frutti sono nel pieno della maturazione, perciò raccogliere in questo momento significa prendere i doni che le piante generosamente hanno per noi senza danneggiarle, bensì sgravarle, sfoltirle facilitando la loro crescita in un rapporto di perfetta simbiosi.
Nella cultura celtica la raccolta è legata a Belenos, Dio solare della guarigione e patrono di tutte le piante dalle proprietà curative. Tali piante sono legate al Dio in modo così stretto e sacro che si pensa che esse siano nate dalla sua stessa carne, infatti, il periodo di maggior crescita comincia proprio a Beltane, in concomitanza della crescita solare e a mezza estate sono giunte alla maturazione che ne permette la raccolta, così come il Dio giunge al massimo splendore che, in un momento successivo, ne determinerà la discesa.
Questa raccolta era considerata sacra appunto perché rappresentava un momento di grande comunione con il Dio ed era limitata ai Druidi esperti di erboristeria.
Come per tutti i riti presenti nella cultura celtica, la «messe magica» costituiva il riflesso di quanto avveniva nel macrocosmo, sul piano spirituale o Altro-mondo e, infine, di quanto sarebbe successivamente avvenuto sul piano materiale nel microcosmo della Tribù.
Le Erbe erano (e sono) il simbolo del potere guaritore del Sole che, a Litha, raggiunge il suo apice e comincia la seconda parte della sua iperbole ovvero la discesa.
Così come il Druido raccoglierà le erbe che garantiranno la salute della tribù per tutto l’anno, così i contadini raccoglieranno i frutti e il cibo che sfamerà tutti fino alla prossima estate. Cogliere le erbe significava anche «raccogliere la Luce» e conservarla per affrontare l’oscurità che si appresta a tornare. In quanto speculare agli avvenimenti spirituali la cerimonia della Raccolta, era la rievocazione di un avvenimento mitologico.


La natura racchiude in sé un grande potere magico, tale potere altro non è che l’Energia Universale che diede, da e sempre darà vita a ogni cosa non solo sulla Terra ma nell’intero Universo.
Questa energia è presente in ogni cosa, vegetale, animale o minerale che sia. Questo potere indefinito è percepibile sotto forma di vibrazione e assume le forme che noi conosciamo come fiori, alberi, nuvole che altro non sono che l’espandersi infinito di questa vibrazione, come una melodia generata da una sola infinita nota, per questo motivo, per convenzione, chiameremo tale vibrazione/energia cosmica “Musica Ancestrale”.
Giacché infinita la Musica Ancestrale assume, come già detto, molte forme e tali forme essa governa attraverso il proprio espandersi che si tramuta in ciò che noi umani percepiamo come spiriti, angeli ed energie varie.
Per chi voglia operare in magia al fine di trarre vantaggio per l’umanità è bene conoscere le potenzialità donate dalla Musica alla natura che ci circonda.
Secondo il regno vegetale, animale o minerale, in cui la Musica si diffonde, produce la propria vibrazione su onde differenti così da donarci l’ulivo, la civetta, il tufo, tale vibrazione in termini fisici si tramuta in energia e questa energia è ora terapeutica, ora utile affinché possiamo attrarre a noi forze positive o entrarvi in armonia. Il vegetale è il regno col qual è più semplice interagire e attraverso il quale è più semplice imparare a percepire e conosce la Musica.
Le piante sono esseri viventi quanto noi, la loro esistenza (nascita, aspetto, crescita e trasformazione) è affidata agli spiriti elementali.
Esattamente come noi le piante possiedono intelligenza e sentimenti anche se in maniera meno complessa e, se vogliono, possono donarci la loro energia e aiutarci nel cammino e nella nostra opera, attraverso sacchettini che racchiudano parti essiccate della pianta, tisane, tinture, unguenti e la partecipazione nei rituali magici.
Essendo la pianta viva, intelligente e dotata di sentimenti non possiamo certo strapparla da dove è e portarcela a casa per fare i nostri comodi!
In essa risiede l’Energia Universale e in essa può ulteriormente riversarsi potenziandola, per cui esistono precisi rituali per raccogliere, essiccare e successivamente adoperare i vegetali.
Intendo, quindi, procedere per gradi, partendo dall’occorrente per raccogliere fino all’utilizzo della pianta.


L’occorrente


Possibilmente le piante devono essere raccolte in un luogo lontano da fonti d’inquinamento, in luna calante perché soffrano meno.
Inoltre, state attenti che sia il periodo di maturazione della pianta, quello cioè in cui la raccolta risulti utile e necessaria alla sua stessa crescita così da essere in armonia con le sue fasi biologiche. Ricordate anche di raccogliere in quantità tali da non far soffrire la pianta.
Un altro dato importante da tenere a mente per la scelta del momento di raccolta è la segnatura della pianta stessa, e cioè se si tratta di una pianta solare come il rosmarino, gioviana come la salvia o lunare/mercuriale come la lavanda e così via, perciò studiate bene le ore planetarie e i rapporti fra i pianeti e cercate di scegliere il giorno e l’ora in cui il pianeta della pianta ha gli aspetti più favorevoli.
Facciamo un esempio pratico:
Se devo raccogliere della salvia, lo farò un giorno di luna calante, in cui il pianeta Giove è in trigono, congiunzione o sestile con la Luna.
Se è possibile, l’operazione dovrà essere eseguita di Giovedì nell’Ora di Giove Se non riuscite di Giovedì perché gli aspetti della Luna con i pianeti non lo permettono, potete farlo di Domenica, giorno del Sole e dunque sempre benefico.
In ogni caso, tenete presente che fra i vari dettagli hanno precedenza: gli aspetti della luna con il Pianeta e l’Ora del Pianeta associato alla pianta da raccogliere.
Stabilito il giorno ci procureremo il necessario alla raccolta. E’ importante che gli strumenti che utilizzate siano consacrati al solo uso magico e che li scegliate con cura e amore.

Procuratevi:

Una borsa, una sacca o un cesto di vimini in cui contenere le erbe;
Un falcetto o un coltello;
Un panno per avvolgere il falcetto o il coltello;
Un dono di ringraziamento per la pianta.

Nella scelta degli utensili per la raccolta ricordate che è meglio scegliere oggetti discreti che non diano nell’occhio poiché è auspicabile che siano notati da meno persone possibili, giacché potrebbero imprimere sulla borsa energie negative.

Come già detto le piante sono esseri viventi esattamente come noi, provano dei sentimenti e meritano il nostro assoluto rispetto.
Non potete recarvi presso la pianta e prendere semplicemente ciò che vi serve, non ne avete il diritto, essa non vi appartiene ma si donerà a voi se saprete essere gentili e rispettosi.
Inoltre, usare questa gentilezza fa si che avvolgiate con un primo incanto la pianta che, scegliendo di donarsi a voi, vi cederà anche tutto il suo potere.

Ecco alcune semplici regole per realizzare il primo incanto:

Chinatevi presso la pianta, salutatela o salutate il suo Spirito, chiedetele il permesso di raccogliere le parti che vi occorrono per compiere il vostro rito o incantesimo, spiegando alla pianta a cosa vi servono.

Purificazione:

Il modo migliore per purificare qualcosa è lavarlo, nel senso letterale del termine.
Riempite una bacinella d’acqua fredda, gettatevi dentro delle foglie di Salvia spezzettata. Mentre gettate le foglie di salvia nell’acqua pregate gli spiriti elementali e la Musica Ancestrale, affinché purifichino quell’acqua e con essa gli oggetti che accoglieranno affinché possano assumere i poteri magici adatti ad aiutarvi a compiere il vostro cammino e compiere la vostra opera.
In altre parole potenzino le piante, i minerali e ogni altra cosa deciderete di trasportare nella borsa al fine di seguire la via della Luce.
Finito di spezzettare la salvia continuate la preghiera facendo girare con la mano l’acqua in senso orario per sette volte e mettetevi a bagno il falcetto per qualche minuto, quindi asciugatelo con un asciugamano bianco e pulito, e lucidate la lama, pronunciando questa formula:

«Io ti purifico da ogni energia negativa, lavo da te tutte le impronte di cattivi pensieri siano stati essi tristi, malinconici o violenti, a me ti riporto rigenerato e purificato.»

Consacrazione:

La prima sera di Luna Crescente o Piena preparate l’altare per la consacrazione, copritelo con il telo e disponetevi sopra gli oggetti.

Meditate fino a liberare la vostra mente e trovare la piena centratura, quindi invocate gli spiriti elementali e la Musica Ancestrale:

«Oh spiriti eccelsi degli elementi, note vibranti della Soave Canzone dell’Universo,
Oh Musica Antica, indefinibile spirito che tutto generasti dalla Prima nota,
infondete in questi oggetti la vostra energia, caricateli del vostro potere;
Siano essi strumenti della mia volontà sul sentiero che porta la mia anima verso la Luce. Così sia».

Ora accendete la candela bianca o di colore chiaro e mentre passate gli oggetti sulla sua fiamma (evitando di incendiarli) dite:

«Il potere delle ardenti Salamandre discenda su questi strumenti»

Accendete l’incenso alla Salvia e mentre passate gli oggetti tra i fumi pronunciate:

«Che il potere delle Leggiadre Silfidi sia respiro nei miei strumenti»

Spruzzate qualche pizzico di sale su ogni strumento:

«Il potere degli antichi Elfi si stabilisca in voi»

Spruzzate l’acqua, meglio se avete a disposizione della Rugiada di S. Giovanni

«Il potere delle Ondine rigeneri questi strumenti nella magia»

Ora chiudete il rito dicendo:

«Al cospetto e con il benestare dell’ Antica Vibrazione questi strumenti sono consacrati alla magia e alla Luce, siano essi utilizzati, ora e sempre a questo solo e unico scopo.

IPERICO

Un’erba associata a Litha è l’erba di san Giovanni o l’iperico. Questa pianta con le sue infiorescenze brillanti e gialle a quattro punte come la croce solare che è governata dal sole. Una leggenda vuole che se si inciampa sulla radice di san Giovanni la notte di Litha, si viene magicamente trasportati nel regno delle fate.
L’erba di San Giovanni presa in questi giorni può essere appesa sulla vostra porta come un amuleto di protezione.
L’iperico raccolto a mezzogiorno del solstizio era capace di guarire molte malattie, mentre le radici raccolte a mezzanotte cacciavano via gli spiriti maligni.
E’ un piccolo arbusto, dall’odore balsamico, che cresce nelle zone temperate di tutto il mondo. In erboristeria viene considerato un ottimo cicatrizzante e antispasmodico, oltre ad essere un eccellente rimedio contro gli eritemi e le scottature solari.
Sin dai tempi più remoti l’Iperico è stato adoperato per allontanare gli spiriti malefici ed i demoni. I popoli del Nord ne appendono dei rametti sulle pareti e le finestre di casa come amuleto protettivo e portafortuna. Dominato dal Sole, l’Iperico è una pianta sacra al Dio nordico Balder.
L’iperico (noto anche come Erba di S. Giovanni) è divenuto famoso da qualche anno da quando alcuni psichiatri americani hanno dimostrato l’utilità di questa erba contro il più attuale dei mali: la depressione.
.L’iperico fiorisce dal solstizio d’estate (ecco perché si chiama erba di San Giovanni) a settembre; i fiori profumano intensamente di limone e producono un frutto rossastro che contiene i semi, ed è cosparso da piccole ghiandole, che secernono un pigmento rosso scuro.
Il fatto che sbocci a ridosso del solstizio d’estate e di San Giovanni, tradizionalmente notte delle streghe, le ha probabilmente conferito la nomea di cui sopra. Veniva coltivato o appeso fuori delle case per scacciare diavoli e malefici, infatti veniva chiamato anche “scaccia diavoli”. Era consigliato come amuleto da indossare la sera, per aiutare chiunque avesse avuto la sfortuna d’incontrare una megera, intenta a volare con la sua scopa per raggiungere il Grande Noce che, secondo la leggenda, era il punto di ritrovo delle streghe. Nel Medioevo si riteneva che un decotto di fiori d’iperico, raccolti prima dell’alba, servisse a scacciare qualsiasi mania e a guarire dalla rabbia. Veniva anche bruciato come incenso Sempre nel lontano Medioevo, nacquero leggende comuni un po’ a tutta la zona europea: con l’iperico, colto la notte di San Giovanni, le ragazze da marito potevano divinare se avrebbero trovato il sospirato sposo nel corso dell’anno. Bastava cogliere un rametto d’iperico ed appenderlo nella propria camera da letto. Se il mattino seguente era fresco e vegeto, entro l’anno ci sarebbe stato il matrimonio. Inoltre, si racconta che, la vigilia della festa di mezza estate, nei villaggi si preparavano dei grandi falò (per questo era chiamata anche notte dei fuochi); i contadini indossavano coroncine di Iperico, e danzando lanciavano rametti della pianta per propiziare un raccolto abbondante ed allontanare dal proprio bestiame malefici e malattie. Si dice anche che c’era l’usanza di mettere sui tetti delle case l’Iperico, per proteggere le abitazioni dai fulmini.


Rugiada e guazza
Non solo, veniva raccolta anche la rugiada su fiori e piante officinali per poi conservarla e fare lavaggi purificatori e propiziatori: questa preparazione prende il nome di Acqua di San Giovanni ed era usata per curare tutti i malanni. Più piante si raccoglievano e si mettevano a macerare nell’acqua, alla luce della luna e alla rugiada di questa notte, più la preparazione era potente.
La rugiada del Solstizio di San Giovanni prende il nome di “guazza” e si pensava potenziasse le loro proprietà magiche e taumaturgiche delle erbe officinali. Si usava rotolarsi nei prati e bagnarsi con queste gocce portentose, oppure intingerci la mano per bagnarsi gli occhi, a protezione della vista, o i capelli così che fossero sempre folti. Si stendevano sui prati dei panni così che durante la notte venissero umidificati e li si strizzavano in secchi.
La raccolta delle erbe è un’attività che svolgevano già i druidi nella popolazione celtica, sia per uso medico sia per uso spirituale, per mezzo di specifici rituali. L’iperico e la verbena sono erbe ben conosciute già da loro per i loro poteri medicamentosi e magici, ad esempio.
Come si prepara l’Acqua?
Le erbe si raccolgono alla mattina, appena i raggi del sole asciugano la rugiada, o poco prima del tramonto.
Una volta raccolte, verso il tramonto del 23 giugno si prende una ciotola e si riempie di acqua, successivamente ne si riempie la superficie con fiori e foglie e la si lascia all’aperto tutta la notte. In questo modo si aggiungerà la guazza, la rugiada di questa notte magica. Il mattino dopo la si può usare per bagnarsi gli occhi, innaffiare le piante, per cucinare, insomma, in ogni modo riteniamo possa esserci utile.

Le Erbe di Litha


Iperico, Calendula, Ruta, Verbena, Lavanda, Timo, Finocchio, Salvia, Timo, Aglio,Menta, Noce, Piantaggine ,Artemisia, Rosa, Orzo, Grano , Camomilla, Girasole , Papavero, Fiordaliso.

Le Candele di Litha

Olio Eterico per vestire le Candele di Litha

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